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ChatGPT: il modello di conversazione di intelligenza artificiale di OpenAI

(raccontato da un growth hacher)

 Avete mai sentito parlare di ChatGPT?
Se la risposta è no, ecco una bella spiegazione.
Se la risposta è sì, leggete lo stesso, ché vi diamo un sacco di dettagli che – sicuro come l’oro – non conoscete, soprattutto sugli impatti che si prevede avrà sulla tecnologia e sulla nostra daily life.

 

Ma quindi, cos’è ChatGPT?

ChatGPT è un modello di conversazione one-to-one basato sull’intelligenza artificiale. È stato impostato su miliardi di frasi e riesce, per questo, a comprendere contesto e significato di ogni enunciato.

La sua precisione nelle risposte a domande e conversazioni lo rendono dunque disponibile per numerose applicazioni in differenti campi.

Alcuni esempi?

Primo tra tutti la sfera del customer service, delle risposte a domande e richieste di chiarimenti degli utenti su prodotti o servizi.
Un altro esempio? La produzione di contenuti online.
Una figata, eh? Ma come funziona questo meccanismo artificiale?

 

E come funziona ChatGPT?

ChatGPT è sviluppato su un modello di deep learning[1] chiamato Transformer (tipo Bumblee, per capirci).
Questa AI è stata dotata di una vastissima conoscenza di argomenti e strategie comunicative che le permette di essere molto flessibile ed in grado di imparare costantemente e sempre meglio.

Qualcuno dirà “Aò! sembra una chatbot”. Sì, ma no.

Uno dei vantaggi di ChatGPT è la capacità di generare risposte molto veloci, il che effettivamente lo inserisce tra quelle applicazioni dette “in tempo reale” (ad alta velocità di trasmissione e di reazione), come le chatbot.
Una piccolisssssssima differenza?
Raga, ChatGPT è in grado di interpretare il contesto delle conversazioni ed è quindi nelle condizioni di fornire risposte personalizzate e adattate alle specifiche esigenze di ogni utente, come una persona vera.

 

Quanto impatterà sul futuro della tecnologia? Beh…

OpenAI sta attualmente lavorando per integrare ChatGPT in molte più applicazioni, tra cui la traduzione automatica, la personalizzazione delle conversazioni, sintesi vocali, creazione di presentazioni (e non solo), determinando così senza dubbio un impatto sempre più significativo sul modo in cui ci rapporteremo con la tecnologia in futuro.

Per noi, questo modello di interazione ha senza dubbio la stoffa per diventare una parte integrante della tecnologia che utilizziamo ogni giorno, offrendo una soluzione migliore per molte aziende che desiderano implementare una chatbot o un assistente virtuale.

Voi che ne dite?

Qui la #paroladiboomer è stata data.
E voi penserete: “Ma non è che tanto tanto st’articolo l’avete scritto con ChatGPT?”
Come direbbe il nostro Kanye, I’ll guess we’ll never know.

Alla prossima,

Dal vostro Massi tutto sapere.

[1] Traduzione letterale: apprendimento profondo.
E’ una sottocategoria del Machine Learning (che letteralmente viene tradotto come apprendimento automatico) e indica quella branca dell’intelligenza artificiale che fa riferimento agli algoritmi ispirati alla struttura e alla funzione del cervello, chiamati reti neurali artificiali.